Alcuni pensano che la pandemia COVID19 abbia rallentato il processo di globalizzazione.
Grosso errore.
Grosso errore perché se è vero che viaggiamo meno, che non si fanno fiere e saloni è anche vero che siamo molto ma molto più connessi e lo dimostra il fatto che mai come ora le grandi multinazionali dell’informatica stanno andando bene.

Uno dei processi globalizzanti che maggiormente interessano la Cina è indubbiamente il calcio.
In Cina non esiste (non ancora), una cultura del calcio ne la smodata passione che viviamo da noi ma è indubbio che il calcio stia crescendo e con lui, tutto il business che gli gira intorno.
Sappiamo infatti di quanti calciatori e allenatori abbiano varcato la soglia del “paese di mezzo”, e di come siano sempre di più i ricchi imprenditori Cinesi che acquistano squadre europee.
Si potrebbe obiettare che questo tipo di “esodi” si siano però già visti negli anni ’70 e ’80 verso gli Stati Uniti (dove il calcio però non ha mai veramente attecchito), e successivamente verso gli Emirati Arabi.
Calcio in Cina quindi come moda effimera e passeggera?
No!

E per due buone ragioni:
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La prima è che intorno al calcio girano anche in Cina tanti soldi.
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La seconda è che il calcio in Cina non si sta sviluppando random ma a seguito di un piano ben preciso(esiste qualcosa di casuale in Cina?).
Si deve sapere infatti che nel 2015 i vertici della Chinese Football Association e del GAS (General Sports Administration), redissero un documento programmatico con tutte le linee strategiche da seguire per sviluppare il calcio in Cina e per portare la squadra Nazionale Cinese a vincere i Mondiali entro il 2050!

Al di là dell’essere appassionati di calcio o meno, tutto questo cosa ci deve portare a pensare?
Fondamentalmente due cose:
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In Cina ogni attività è in maniera diretta o indiretta gestita e/o controllata dal partito e di questo bisogna assolutamente tenere conto (ricordate Dolce e Gabbana?)
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In Cina le attività si sviluppano sul lungo respiro, magari lentamente ma inesorabilmente, non bisogna avere fretta ma bisogna piantare il seme del business, innaffiarlo, curarlo e aspettare che cresca.
Luigi Pelissero