Secondo un rapporto della Fondazione Italia-Cina
riportato da un documento del centro EUSME, a fine 2012 erano attive in Cina circa 1.250 imprese a capitale italiano, con oltre 150.000 addetti e un giro d’affari di circa 18 miliardi di euro. Di queste il 90 % erano piccole e medie imprese.
I punti di forza delle PMI italiane sono:
+ varietà dei prodotti
+qualità eccellente
Le debolezze:
– sempre le stesse, in particolar modo la difficoltà del paese di fare “sistema”.
Tuttavia entrare in Cina si può e in tal senso la storia dell’azienda “Vibram”, fa scuola.

Vibram è l’acronimo di Vitale Bramani il fondatore .
A seguito di una tragedia in alta montagna all’alpinista venne l’idea di realizzare delle suole di gomma particolarmente aderenti al terreno ed adatte alle scalate. Nacque così la suola “carrarmato”
Realizzata la sua idea grazie anche all’aiuto dell’amico Leopoldo Pirelli il brand Vibram è da allora sinonimo di suole ad altissime prestazioni e vengono utilizzate non solo dagli alpinisti ma anche da molti eserciti (chi ha fatto il militare negli alpini si ricorderà senz’altro di che marca era la suola degli scarponi) .

L’innovazione e la ricerca tecnologica sono continue in Vibram: materiali, design e creatività sono delle vere e proprie eccellenze dell’arte manifatturiera italiana.
E che dire poi delle rivoluzionarie “five fingers” ? Scarpe avanzatissime che ,come dei guanti ..da piede… permettono allo stesso un appoggio molto più naturale pur proteggendolo.

Vibram non ha trascurato nulla.
Nel 2009 Vibram inaugura il “Vibram Tecnologichal Center” a Guangzou nella zona cioè dove è più forte la presenza di calzaturifici.
In questo centro all’avanguardia nel campo delle ricerca (utilizzato anche da Nike e New Balance), non si inventano solo nuove suole e scarpe ma si pone come un punto di riferimento mondiale per lo scambio di sinergie tra le aziende del campo di tutto il mondo.
Luigi Pelissero